“La più alta forma di intelligenza umana è osservare senza giudicare”. (Jiddu Krishnamurti)
Il nostro cervello processa 30 mld di informazioni al secondo, ma la nostra mente ne cattura solo 110 bit e per comprendere ciò che una persona ci sta dicendo, usiamo circa 40 bit: se tenessimo a mente questo, sospenderemmo il giudizio immediatamente.
“Ognuno tende a credere che l’unica versione possibile dei fatti sia la propria, ed è facile attivare il giudizio se la versione dell’altro non è la stessa”.
Ma allora quali sono le regole del linguaggio descrittivo?
- Le situazioni vanno descritte in maniera oggettiva separando la critica dall’osservazione;
- Consentire all’altro di esprimersi (escludendo le 3 P: personalizzare gli eventi, rendendoli pervasivi e permanenti);
- Usare la regola del quarto di secondo di opportunità (cioè isolare quel quarto di secondo tra l’emozione che arriva e l’azione prima di farla);
- Aprire una finestra mentale dove scegliere consapevolmente cosa dire e come rispondere
La nostra impostazione culturale ci porta a concentrarci sull’esterno, su ciò che accade fuori di noi. Questa condizione mentale ci porta a concentrarci più sul giudizio che su quello che accade realmente: che cosa voglio? Di cosa ho bisogno? Quali sono le mie necessità? Un bisogno inespresso è molto facile che si tramuti in pretesa, ciò che non chiediamo chiaramente a noi stessi lo pretendiamo da altri.
Ma allora come esprimere chiaramente bisogni e richieste?
C’è un bellissimo libro: “Le parole sono finestre oppure muri”, di Marshall B. Rosenberg ideatore della comunicazione nonviolenta, dove si evince che è la comunicazione non corretta che blocca l’empatia tra le persone e introduce il concetto di CNV cioè un modo di comunicare che ci porta a far brillare la luce della consapevolezza su luoghi dove possiamo sperare di trovare ciò che stiamo cercando. Provare gioia nel dare e nel ricevere con empatia fa parte della nostra natura, tuttavia abbiamo imparato presto tutte forme di comunicazione che ci portano a parlare e a confrontarci con l’uso di giudizi moralistici che implicano il torto e la cattiveria di coloro i quali non agiscono in armonia con i nostri valori.
Alcuni esempi di comunicazione non efficace:
- Mi sento arrabbiato quando dici certe cose perchè HO BISOGNO DI RISPETTO (anzichè, mi fai arrabbiare quando dici certe cose);
- Mi sento deluso quando le persone dicono alcune cose perchè VORREI ESSERE APPREZZATO (anzichè, le cose che la gente dice a volte mi feriscono
Ma allora come comunicare efficacemente?
Sentire e ascoltare sono due dimensioni diverse, come parlare e comunicare, come dire la propria senza sopraffare l’altro, come negoziare una soluzione che soddisfi a entrambi, come porre l’attenzione nei tempi e modi:
- Ascolto attivo
- Assertività
- Empatia
- Fare domande
Attraverso l’ascolto attivo: lasciando fuori distrazioni e preconcetti riguardo a quello che stiamo per sentire, prestare attenzione al contatto oculare, consentire all’altro di esprimersi senza essere interrotto lasciando le domande alla fine senza giudizi soggettivi.
Empatia = SINTONIA
Pur mantenendo una rispettosa distanza possiamo entrare in sintonia con gli altri, lasciando all’altro quello spazio utile ad esprimersi. Solo quando ci sintonizziamo davvero, l’ascolto viene percepito, ci si sente capiti e la prima porta che si apre è la fiducia. A quel punto la comunicazione è bidirezionale ed è efficace.
L’empatia non si aziona con chiunque
- Non è il caso di essere empatici con uno che urla a due dita dal nostro naso
- Meno ancora se abbiamo di fronte chi si lamenta di continuo: 15 minuti sono sufficienti
- Con un narcisista ancora meno
- Idem per persone con patologie gravi come la psicosi o la schizofrenia, energia sprecata
Comunicazione efficace
Quando impariamo ad usare il linguaggio descrittivo e non valutativo la connessione con l’altro diventa autentica perchè l’empatia e l’assertività fanno si che impariamo a riconoscere i bisogni dell’altro e a lasciarglieli esprimere. Contestualmente, imparare un dialogo interiore sano porta a trattare gli altri con il medesimo equilibrio.