Il brand naming rappresenta l’elemento cruciale della vostra impresa

“Una marca non può esistere senza nome: il nome è l’inizio della storia di un successo”.

Quando nasce un’impresa, o un prodotto, tutto parte dal nome: il nome è l’inizio della storia. Poi arrivano anche il logo – figura che tratta il brand name con elementi grafici e il payoff, formula sintetica ed espressiva che completa il nome.

Come si fa brand naming?

Il logo aziendale è l’elemento cruciale della comunicazione: al suo interno si racchiudono le caratteristiche e i valori per i quali il tuo BRAND e l’ azienda devono rendersi unicamente riconoscibili sul mercato. Non si tratta solo di attirare il target giusto, ma di spiccare un volo in un mercato pieno zeppo di competitor.

Il logo è l’elemento che contraddistingue i vostri prodotti, progetti e il vostro nome da quelli dei competitor, per far sì che tutto ciò sia maggiormente difficile da copiare, esso contribuisce a creare un rapporto di fiducia e fedeltà con il cliente.

Quando si pensa al proprio logo ci sono diversi fattori che, già a livello di idea iniziale, bisogna tenere presenti, innanzitutto le caratteristiche di base che esso deve contenere: secondo Ray Vellest, brand identity designer, esso deve essere rilevante, versatile e iconico.

“Ogni progetto porta con sé la logica di creare un’esperienza sia per i potenziali clienti che per lo stesso business”.

Ma come si può comunicare tutto questo? Spesso viene messo da parte ciò che rende qualsiasi approccio vincente: il racconto. Attraverso la sua identità, la sua immagine, mission e vision, l’identità di un’azienda si riflette nei prodotti che propone nel loro aspetto che è la prima cosa che l’utente percepisce per iniziare a valutarne l’esperienza di acquisto.

La marca s’impone oggi come una delle principali componenti della strategia manageriale, la scelta di una marca, e a fortiori quella di una politica di marca, non è una semplice decisione commerciale; in effetti, attraverso questa, si esprime innanzitutto la politica generale dell’azienda. [FERRARI, BEATRICE: IL NOME DELLA MARCA: CREAZIONE E STRATEGIA DI NAMING (Italian Edition) ].

Brand naming e la tecnica DESC

Béatrice Ferrari, tra i massimi esperti di naming e fondatrice di Synesia, ha messo a punto la metodologia DESC, un processo in quattro fasi

D: definire cosa e come deve esprimere il nome – il dialogo con il cliente è il primo passo, è importante conoscere nel dettaglio i servizi che offre l’attività, oppure le caratteristiche dei prodotti. Bisogna analizzare a fondo i core values dell’azienda e avere chiaro qual è il pubblico a cui ci si vuole rivolgere.

E: esplorare –  la parte più divertente: il brainstorming! In questa fase la creatività si esprime al massimo e si condividono tutte-tutte-tutte le proposte di nome, senza pregiudizi né autocensure.

S: selezionare – in questa fase infatti si tagliano tutte le proposte che non rispettano i criteri di linguistica e di marketing

C: controllare –  è l’ultima parte del processo di naming e prevede la messa in atto di ricerche sulla proprietà intellettuale. Può essere una fase molto dolorosa, perché potremmo scoprire che il meraviglioso nome che abbiamo pensato è già in uso (e registrato!).

Forza simbolica, capacità di evocare immaginari e costruire mondi possibili fanno della marca un vero soggetto narrativo, capace di attuare molteplici discorsi e comunicare con pubblici differenti.

Proprio per le sue molteplici manifestazioni discorsive, si rivela importante almeno accennare l’approccio semiotico, che permette una gerarchizzazione delle fasi del processo di generazione di senso. secondo la semiotica narrativa, il senso viene generato tramite un processo dinamico che attraversa tre tappe fondamentali:

  • LIVELLO ASSIOLOGICO dove sono disposti i valori fondanti i discorsi e l’identità della marca che assicurano continuità e permanenza della marca nel tempo;
  • LIVELLO NARRATIVO le strutture fondamentali sono trasformate in racconti organizzati in schemi d’azione;
  • LIVELLO DISCORSIVO i valori e le strutture narrative vengono contestualizzati, definendo anche i dettagli. Questo livello è il più sensibile ai cambiamenti del contesto socio-culturale alle pratiche e atteggiamenti dei consumatori e per questo ad usura più rapida.

 

 

 

La lettura strategica è quella relativa all’impresa che prima definisce il livello assiologico, quindi progressivamente i livelli a profondità decrescente. In maniera inversa avviene invece la lettura del consumatore dal livello più superficiale a quello più profondo: entra in contatto con i discorsi della marca già costruiti attraverso il visual e i l packaging, poi dal livello discorsivo riesce a raggiungere gli altri.

 

Per dare un buon nome al tuo brand occorre davvero riflettere su molteplici aspetti e conseguenze a lungo termine, vanno presi in considerazione elementi sintattici, semantici, conoscenze implicite ed esplicite del brand.  É un’attività strategica basata in buona parte sulla fantasia, abbinata a regole precise. Scegliere il nome giusto per il marchio, così come per un prodotto / servizio, è un momento chiave per il proprio business, per questo è importante capire come muoversi per avere successo.