In molte culture antiche si rintraccia una «primordiale individuazione dell’importanza delle parole per il pensiero» e dell’associazione di queste «al respiro insieme al quale vengono emesse».
L’intelletto cosmico, o noûs (Nùs), traducibile con Pensiero o Intelletto, è un’espressione introdotta dal filosofo greco Anassagora per indicare il motore originario dell’universo. Esso interviene a mettere ordine nel caos originario, ed è il responsabile della creazione e della differenziazione degli elementi.
Noûs (in greco antico: νοῦς, contrazione dell’analogo ionico νόος nóos), è un termine che in greco antico indica, a partire da Omero, la facoltà di comprendere un evento o le intenzioni di qualcuno, la facoltà mentale quindi l’intelletto.
Secondo Omero il noûs indica l’organo sede della rappresentazione delle idee chiare, l’intenzione che provoca un pensiero e quindi la comprensione posseduta in maniera maggiore dagli déi.
Egli identifica il pensare, il noûs, con il parlare, la cui sede è in organi corporei che vanno dal petto alla bocca (il quarto chakra): «Esso ha sede nel petto e sembra venisse identificato con il cuore.» [Fonte Wikipedia].
In ambito filosofico le prime attestazioni che l’uomo consta di tre parti: corpo (soma), anima (psiche) e (intelletto), emergono in tutto il loro significato metafisico sia in Pitagora che in Eraclito che in Parmenide.
L’intelletto cosmico è quindi un’intelligenza differente rispetto a quella umana.
Ma tra i filosofi pluralisti che meglio hanno riassunto il principio “intelligente” del noûs troviamo Assagora. Nacque a Clazomene, intorno al 500 a. C. circa. Fu forse il primo filosofo che portò la filosofia ad Atene. Fu uomo straordinariamente dotto e amante del conoscere.
Anassagora ricorre al concetto di noûs, intelligenza come principio di una realtà infinita, la più fine e la più pura dice il filosofo. È intelligente e in quanto tale ordina e muove tutte le cose.
Ciò che più emerge dalla sua filosofia è il fatto che questo intelletto cosmico è un potere assoluto, separato da tutto, condizionato da nulla e quindi capace di sottoporre tutto al suo dominio. Tutto è in tutto tranne il noûs dunque, che però tutto forma e crea. L’intelletto cosmico ha un’intelligenza totalmente differente rispetto a quella umana.
Il potere del noûs secondo Assagora è incomparabile ed è dovuto al fatto che esso è l’unica realtà unidirezionale, un principio che segue una sequenza cronologica delle acquisizioni dalla quale non si torna indietro:
1) esperienza
2) sophìa (sapienza)
3) tèchne (tecnica).
Dalla sensazione e dall’osservazione ripetuta si passa alla conservazione di questa nella memoria.
Gli argomenti appena citati sono sufficientemente complessi e meritano certamente un approfondimento diverso. Il mio intento è solo quello di creare curiosità sull’origine di parole che non conosciamo.
Come un esploratore che ricerca il senso e la simbologia racchiusa dietro alle cose, a me interessa sdoganare luoghi comuni e “fermi” religiosi arrivati a noi come tabù da religioni sociali acquisite per cultura e collocazione geografica.