Autopercezione ed effetto Dunning-Kruger

“Mi sia permesso: molto meglio non capire che…. credere di aver capito. Si evita la sindrome di Dunning-Kruger.”

Percepirti più o meno capace significa essere più o meno capace?

“L’effetto Dunning–Kruger è una distorsione cognitiva a causa della quale individui inesperti tendono a sopravvalutarsi, giudicando, a torto, le proprie abilità come superiori alla media. Non sempre la percezione che abbiamo delle nostre capacità corrisponde alla nostra reale capacità di fare o non fare qualcosa. Anzi, quasi mai. Più siamo competenti ed esperti in un determinato ambito e più sottovalutiamo il nostro grado di conoscenza; invece, più siamo ignoranti e più sopravvaluteremo il nostro grado di conoscenza.

In un ambito specifico, qualsiasi persona può, nel corso della vita, essere condizionata da questa forma di distorsione cognitiva, in misura maggiore o minore. La “buona notizia” è che, come emerge dai test condotti da Kruger e Dunning, quando migliorano le abilità e quando aumentano le skill metacognitive, dovrebbe aumentare anche la capacità di riconoscere i propri limiti. Perché la realtà è che pensare di essere o non essere bravi molto spesso ci porta a comportarci in modo coerente rispetto alla nostra convinzione, portandoci a risultati in linea con le nostre previsioni.Il passaggio da autopercezione soggettiva a profezia autoavverante, quindi, è incredibilmente breve.

Pensi di essere in grado? Probabilmente, anche in questo caso, avrai ragione. Che tu pensi di farcela o non farcela, molto probabilmente avrai comunque ragione.

C’è un fatto di cronaca avvenuto 25 anni fa che racconta la storia di quando fu arrestato l”ignorante zero’, il rapinatore ‘invisibile’, che con la sua inettitudine diede il via alle ricerche che portarono alla definizione dell’effetto di Dunning-Kruger. Il suo è un caso da manuale per spiegare il meccanismo mentale, moltiplicato dai social, che va sotto il nome di “effetto Dunning-Kruger” o “illusione della competenza”. McArthur Wheeler, un uomo di 45 anni fu raggiunto in casa dalla polizia tre mesi dopo aver effettuato una rapina in banca a volto scoperto dicendo agli agenti:”Come avete fatto a trovarmi? Mi ero spruzzato il succo di limone”. L’uomo era convinto che, così come avviene con l’inchiostro simpatico, fosse bastato spruzzarsi il succo di limone sul volto per renderlo invisibile. A conferma della bontà dello stratagemma, Wheeler aveva mostrato una foto Polaroid che si era scattata il giorno della rapina: in effetti non c’era niente. Gli agenti conclusero che l’uomo avesse impugnato la macchina fotografica dalla parte sbagliata. Finito in carcere, e risultato non intossicato da sostanze allucinogene, Wheeler entrò, senza saperlo, nella storia della psicologia. Un professore della Cornell University, David Dunning, prese spunto dalla storia per avviare una ricerca sulle dinamiche della competenza.

Pensare di farcela non è non sarà mai sufficiente per avere successo, con buona pace di tutti coloro che insistono e continuano a dire che “devi pensare positivo” e “devi crederci”. Il tuo cervello funziona così: ogni volta che ti convinci di essere in grado di dominare una certa situazione e avere la meglio stai generando più o meno inconsciamente nella tua mente delle aspettative di successo.

Semplificando il tutto, possiamo riassumere questo fenomeno comportamentale in 3 macro-step:

  • Le tue aspettative di avere successo aumentano
  • Aumentano i livelli di dopamina in circolo
  • Aumenta il tuo impegno per raggiungere il tuo obiettivo

Allo stesso modo, vale anche il contrario (ed è giusto ribadirlo): se hai un livello di autoefficacia che rasenta lo zero, difficilmente ti aspetterai di avere successo nel raggiungimento di un determinato obiettivo e, di conseguenza, a causa di un livello troppo basso di dopamina, tenderai a non impegnarti a sufficienza per portare a casa il risultato sperato.